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Scoperto il meccanismo per proteggere capelli durante la chemio

Oncologia Redazione DottNet | 13/09/2019 13:33

Potrebbe portare allo sviluppo di medicinali applicabili esternamente

Verso un futuro in cui non si perderanno più i capelli durante la chemio? L'ipotesi appare sempre più concreta, anche dopo che i risultati di uno studio hanno mostrato un nuovo modo di proteggere i follicoli piliferi del cuoio capelluto. La ricerca, dell'Università di Manchester e pubblicata su Embo Molecular Medicine, evidenzia che rivestire i follicoli con farmaci antitumorali può prevenire la caduta dei capelli. Si tratta degli inibitori del CDK4/6, che rendono i follicoli "meno sensibili" a dei farmaci chemioterapici chiamati taxani."Abbiamo scoperto- spiega Talveen Purba, che ha guidato la ricerca - che gli inibitori del CDK4/6 possono essere usati temporaneamente per arrestare la divisione cellulare senza promuovere ulteriori effetti tossici nel follicolo. Quando abbiamo fatto un bagno in coltura di follicoli piliferi del cuoio capelluto umano negli inibitori del CDK4/6, sono risultati molto meno sensibili agli effetti dannosi dei taxani".

I taxani sono farmaci anticancro importanti comunemente usati per trattare, ad esempio, il carcinoma mammario o polmonare, ma causano spesso ansie per gli effetti di lunga durata che possono indurre. "Una parte fondamentale dello studio - evidenzia Purba - è stata capire come esattamente i follicoli piliferi hanno risposto alla chemioterapia con taxani. Abbiamo scoperto che le cellule specializzate che si dividono alla base del follicolo pilifero sono fondamentali per la produzione dei capelli stessi, e le cellule staminali da cui derivano, sono le più vulnerabili.     Pertanto, dobbiamo proteggere queste cellule maggiormente dagli effetti indesiderati della chemioterapia, in modo che il cancro non ne tragga profitto". Il team spera che la ricerca possa sostenere lo sviluppo di medicinali applicabili esternamente per rallentare o sospendere la divisione cellulare nei follicoli piliferi del cuoio capelluto dei pazienti sottoposti a chemioterapia. Ciò potrebbe integrare l'efficacia degli approcci preventivi esistenti, come i 'caschi' refrigeranti.

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fonte: Embo Molecular Medicine

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